La Legnano del futuro: un masterplan


Gli ambiti cittadini soggetti a trasformazione sono tipicamente costituiti, come accennato, da proprietà private. La Pubblica Amministrazione – in questo caso l’ente comunale – deve rivestire il ruolo di guida, fornire la cornice normativa e le linee di indirizzo. Le risorse e gli investimenti necessari saranno, nella grande maggioranza dei casi, in capo agli operatori privati.

Ciò rende particolarmente importante la redazione di un masterplan, una visione unitaria della città immaginata, per dare la necessaria coerenza – in termini di funzioni, di infrastrutture, di scelte architettoniche – a interventi realizzati in fasi successive e da operatori differenti. Nel giugno 2022 scadranno i cinque anni di validità del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio: un’ulteriore occasione per ridefinire lo sviluppo futuro della città con un percorso di elaborazione e partecipazione ampio, che coinvolga tutta la città e non solo i soggetti strettamente interessati caso per caso.

La recente Legge Regionale 18/2019 sulla rigenerazione urbana ha inoltre introdotto maggiore flessibilità nella trattativa tra pubblico e privato riguardo alle aree individuate come strategiche dall’amministrazione comunale. Di fronte all’opportunità di avviare interventi altrimenti complessi – è prevista la possibilità di deroghe ai piani urbanistici, o la concessione di usi temporanei nelle more del negoziato per favorire la sostenibilità delle operazioni – è chiara la necessità, per la parte pubblica, di una bussola che orienti alla visione di città definita.

Primo elemento di questo quadro condiviso sarà la prescrizione, in tutti gli interventi, di un mix funzionale: le soluzioni urbanistiche odierne convergono in questo senso, al fine di creare nuove aree urbane vive tutto il giorno, tutti i giorni. Vecchie concezioni di quartieri suddivisi per funzione esclusiva – residenziale, commerciale, produttiva – appaiono del tutto superate.

Apriremo, dove possibile – in primo luogo nelle aree a proprietà pubblica – allo strumento dei concorsi di idee e di progettazione. Sull’esempio di iniziative sperimentate a Milano e altrove (come il bando “Reinventing Cities”, con l’ovvia necessità di adattare i requisiti delle iniziative al calibro di Legnano e alle specificità dei singoli luoghi), si tratta di un metodo che garantisce flessibilità ai potenziali investitori e soluzioni di buona qualità alla collettività.

Favoriremo il coinvolgimento di tutti gli attori sin dalle prime fasi delle operazioni. L’ascolto del territorio e la prescrizione di aspetti inclusivi nella progettazione saranno fondamentali.

Con regole certe e processi semplici intendiamo garantire omogeneità ai processi di rigenerazione delle aree dismesse, in una sorta di agopuntura urbana i cui interventi puntuali sono mirati alla salute dell’intero corpo costituito dalla città di Legnano.

Focus: l’area-stazione e il comparto Franco Tosi

La zona della nostra stazione ferroviaria ha bisogno di una decisa riqualificazione, è sotto gli occhi di tutti.

Negli ultimi anni, il lato Oltrestazione ha visto la creazione di un nuovo parcheggio, la messa a punto dell’illuminazione e la creazione della zona pedonale fino a piazza del Popolo. Sono interventi che hanno reso l’area più sicura e che bisognerà completare in alcune parti, come il parcheggio dismesso lungo via Gaeta.

Verso il centro, invece, la porta principale della stazione è una piazza incompiuta, la cui recente sistemazione non ha sciolto il nodo di una stazione in posizione centrale eppure isolata dal resto della città.

La stazione è legata a doppio filo alla grande area Franco Tosi, un comparto unico per dimensioni e centralità. Non è un’area dismessa a tutti gli effetti: ampi spazi sono inutilizzati, ma la Franco Tosi Meccanica opera ancora e ci ricorda che è necessario preservare la vocazione produttiva della zona.

Al contempo, però, uno spazio affacciato sul centro urbano e direttamente connesso a Milano e ad altre destinazioni, tramite la ferrovia, merita una riqualificazione che cambierebbe il volto della nostra città. Un intervento complesso, da attuare per fasi ma con un disegno generale che tenga conto del mix funzionale già previsto dal Piano di Governo del Territorio.

In questo contesto vogliamo aprire una nuova piazza pubblica, degna della porta d’ingresso alla città costituita dalla nostra stazione. Una piazza vivace, che dia respiro alla zona e che diventi perno del sistema dei trasporti: capolinea per i servizi autobus per un vero interscambio ferro-gomma, ma anche nodo della Rete Verde della mobilità sostenibile in città, collegato alla velostazione con deposito bici e ciclofficina.

Una stazione che dia nuova vita ai propri spazi, anche grazie alla collaborazione da mantenere e sviluppare con RFI, proprietaria degli edifici: il deposito lungo il binario 1 – che potrà presto essere recuperato – il vecchio deposito bici nel blocco principale, gli appartamenti vuoti al piano superiore.

Focus: un polo per l’infanzia nell’area ex Bernocchi

L’area ex Bernocchi, incastrata tra corso Garibaldi e il Sempione, è uno dei grandi ambiti di trasformazione della città di Legnano. Chi vorrà intervenire in quest’area dovrà prima di tutto – come stabilisce il Piano di Governo del Territorio – mettere in sicurezza le sponde dell’Olona e completare questo tratto di parco urbano fluviale con fasce verdi e percorsi ciclopedonali che lo connettano ai tratti già esistenti.

Saranno poi realizzati spazi residenziali e commerciali, con un intervento che dovrà salvaguardare gli edifici storici e ricavare spazi pubblici da consegnare alla disponibilità del Comune. Qui, nella storica palazzina Bernocchi, potremo creare un polo dedicato all’infanzia, con spazi museali, ludici e ricreativi.

Nelle vicinanze, del resto, trovano spazio la biblioteca, il museo civico (la gestione dei cui spazi, oggi troppo ridotti, andrà ripensata nell’ambito della riqualificazione della zona), i giardini pubblici di piazza Trento e Trieste, una scuola primaria e tre scuole per l’infanzia – quella comunale in via Cavour, una in via san Martino, l’altra al di là del fiume, sul corso Sempione. Ecco perché può nascere qui una zona protetta, un vero quartiere dedicato ai legnanesi più giovani.